Chissà se qualcuno ricorda il Consorzio per l'Università a Distanza! altrimenti detto "CUD". Ho lavorato per 10 anni in quel consorzio, in epoca pre-telematica. Una delle tantissime occasioni perse: l'università a distanza era nello statuto dell'Unical, rendeva meno magniloquente, meno supponente e un pizzico più plausibile quel "della Calabria". Insomma, per i fondatori non doveva essere l'università di Arcavacata e nemmeno di Rende o di Cosenza. Per questo venne affidato al Crai, e in particolare al prof. De Iulio, il progetto di fattibilità di una cosa che tramite la distanza avrebbe potuto dar senso a quella "Calabria". Tra i precursori la più famosa è stata la Open Universiy, che si appoggiava alla BBC, poi - a cascata - vennero l'Universidad Nacional de Educación a Distancia, la Fernuniversität (Hagen) e il CUD, all'epoca in cui Antonio Ruberti era rettore dell'Università di Roma "La Sapienza" e fino al 1992 ministro dell'università e della ricerca. Era un'epoca ancora senza internet ma quell'approccio si cominciava a chiamare e-learning, continuing education, etc. Insomma complici la RAI e in seguito il consorzio Nettuno, si prese a sviluppare la multimedialità con finalità educative e formative. Non a caso il primo direttore del CUD fu Desmond Keegan, un australiano che per ovvi motivi di distanza se ne intendeva. Niente di strano che nel 2020 possa essere la scoperta di un virus a mettere il pepe su un approccio formativo sempre più integrato e multimediale, dal mix di occasioni di studio, formale, non formale e informale, a distanza e faccia a faccia, sempre più smart.
- (Carlo Emilio Gadda)
Nessun commento:
Posta un commento
cosa ne pensi?
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.