Dove va il M5S? dove sta andando?
Di Maio sembra in
stato confusionale. Anche Fico e Di Battista non sembra brillino per lucidità. Eppure
il Movimento più o meno dagli inizi si ritrova un dono, prezioso, gratuito, di
un accompagnamento teorico, di un approccio “storico”, quello di Aldo Giannuli
(che ovviamente non conosco e col quale mai ho avuto occasione di discutere). Si
tratta di un “affiancamento” di cui il Movimento gode perlomeno dal 2012, forse
pure prima ma evitiamo di fare filologia. E’ un po’ come la Lettera rubata di Poe, “dimenticata” sulla scrivania -
oggi diremmo sul desk, nei blog, nei forum - “nascosta” e per questo visibile a
tutti.
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Aldo Giannuli
9 AGOSTO
2012
Movimento 5
stelle: è di Sinistra o di Destra?
(…) Di fronte alla nascita di un nuovo movimento politico ci
sono due modi opposti di non capire nulla: c’è chi già “sa” come andrà a
finire, perché tutto è già visto e tutto è già detto (Nihil
sub sole novi!) e il nuovo movimento è solo la reincarnazione di qualcosa
che c’è già stato; poi c’è chi, al contrario, parla di qualcosa di totalmente
nuovo, incomparabile con qualsiasi esperienza passata, che non si sa bene cosa
farà, ma sicuramente non ripeterà gli errori del passato ed è qualcosa di
totalmente diverso da qualsiasi altro soggetto politico ed al quale, pertanto,
non può essere applicata nessuna regola conosciuta. La cosa si sta ripetendo
puntualmente per il movimento 5 stelle che alcuni vedono come la solita truffa
dell’ennesimo Masaniello di passaggio e che, come la Lega, il Pr, l’Uomo
qualunque, descriverà la solita parabola, una volta normalizzatosi con un po’
di scranni a Montecitorio. Ed altri propongono come una mirabolante novità che
“giudica per idee (singole) e non per ideologie” e che sarebbe vano cercare di
collocare sinistra o a destra (categorie “arcaiche”, ça va sans dire).
Ed allora qualche precisazione preliminare non guasta: le
tanto deprecate ideologie non sono altro che sistemi di idee e anche l’anti-ideologismo, a suo modo, è una
ideologia, cioè una serie di idee collegate fra loro che giungono al risultato
di negare il valore delle “idee organizzate”. Ma di ideologie l’uomo non può
fare a meno per comprendere la realtà e modificarla. E non ci riferiamo solo
alle ideologie politiche. La filosofia è fatta di scuole di pensiero, cioè, in
buona sostanza, dottrine che assumono forma di ideologie. Anche la fisica è
attraversata da ideologie, perché costruisce il suo sapere progressivo
sull’organizzazione delle conoscenze precedenti e dà luogo a scuole diverse e
contrapposte: einsteiniani e quantisti continuano a non essere
d’accordo sul principio di indeterminazione. E ci sono anche le ideologie
politiche.
Ci sono ideologie “pure” ed “ideologie miste”. Esse possono dar luogo a “mediazioni fra
diverse ideologie” nelle quali si contemperano aspetti di diverse correnti per
dar luogo a costruzioni ideologiche complesse (ad esempio le costituzioni sono
prodotti di ingegneria giuridico-politica nelle quali confluiscono diverse
ideologie sia giuridiche che politiche). Ci sono ideologie “aperte” ed
ideologie “chiuse” come ad esempio i fondamentalismi; le ideologie “aperte” di
solito producono nuove sintesi ideologiche con caratteristiche proprie,
ibridando elementi di precedenti: il
keynesismo è stato una ideologia economica “aperta” mutuando la critica marxista del capitalismo all’interno di una
visione classica dell’economia, mentre il neo liberismo è una ideologia
fondamentalista che non ammette deviazioni dal principio indefettibile della
totale autoregolatività del mercato.
Ogni ideologia è per sua natura parziale, criticabile e
destinata ad essere superata, ma non si può fare a meno dello strumento
ideologia in quanto tale: gli stessi programmi, politici, quando non sono
sommatorie eclettiche e casuali di idee, sono prodotti ideologici. E’ giusto
evitare di trasformare una ideologia in un carcere mentale, che preclude ogni
possibile dialogo ed ogni possibile evoluzione (difetto mortale di ogni
fondamentalismo), ma pensare di risolvere il problema procedendo per “singole
idee”, valutando volta per volta quale sia quella più giusta, senza porsi il
problema della compatibilità reciproca di esse, come se si stesse facendo la
spesa al supermercato, prendendo dagli scaffali il singolo prodotto che fa al
caso proprio, è puerile e immeritevole di ogni altra risposta che una risata,
come si fa di fronte ad ogni ingenuità infantile.
Della serie: “come abbiamo fatto a non pensarci sinora!?!”.
Questo non significa che non si possano riconoscere per
valide anche idee provenienti da campi ideologici diversi ed a volte
contrapposti: la laicità è un potente correttivo dei furori ideologici, ma
anche la laicità ha una sua dimensione ideologica ed esser laici non significa
essere anti ideologici.
Questo porta anche all’eterno mantra “Non siamo né di destra
né di sinistra… stiamo sulla Luna”.
Capiamoci anche qui: scendendo nell’agone politico si entra
in un campo in cui ci sono amici (affini, alleati: chiamateli come volete) e
nemici. E questo pone il problema di distinguere gli uni dagli altri scegliendo
una posizione più vicina ad alcuni e più lontana da altri. Anche chi pensa di
non avere nessun possibile alleato su quel campo di battaglia (brutto sintomo
di fondamentalismo, direi) ha però l’obbligo di distinguere i nemici fra loro:
c’è il nemico principale e quello secondario, c’è il nemico immediato da
combattere subito e quello in prospettiva che può aspettare, quello più
aggressivo e quello più disposto a trattare, quello assoluto che combatte per
distruggerci e quello relativo ad una sola questione, quello più e quello meno
pericoloso. Ed, in base al calcolo di convenienza, sceglieremo di combattere
uno prima dell’altro o di dedicare più energie all'uno che all'altro, di concludere
una tregua con qualcuno per dedicarci meglio all'altro. Anche fra gli eventuali
alleati c’è da distinguere: c’è quello durevole e quello che è l’alleato di
oggi ma anche il nemico di domani.
Di volta in volta, lo scontro sarà dettato dalle convinzioni
ideologiche o dalla contrapposizione degli interessi, dai condizionamenti
interni e dallo squilibrarsi del sistema in cui si è inseriti. Tutto questo
cerchiamo di descriverlo con delle raffigurazioni spaziali di tipo lineare
(destra-sinistra) o di altro tipo, ad esempio tridimensionale come nel “cubo”
che proponevo in un articolo precedente. Ovviamente si tratta di raffigurazioni
convenzionali. Dunque, nessuna offesa nel collocare anche il Movimento 5 stelle
nel cubo (cosa che ha urtato la suscettibilità di qualche lettore) ma solo il
tentativo di trattare quel movimento come tutti gli altri sullo spazio
politico. “Ma noi stiamo sulla Luna, non c’entriamo nello spazio degli altri”.
E invece no: se ti presenti alle elezioni sei sceso dalla luna e sei entrato
nel campo di battaglia con gli altri. E, a ben vedere, non sei mai stato sulla
luna, sul campo c’eri anche al tempo del referendum sull'acqua o del V day:
ovunque ci sia conflitto, si è sullo stesso piano perché le lame si incrociano
solo con chi è alla stessa altezza. Piaccia o no.
Tutto ciò premesso, da che parte sta il M5s e come mai mi
sono permesso di considerarlo a sinistra o, per lo meno, contiguo alla sinistra
(suscitando l’irritazione di altro lettore)?
Come abbiamo detto (...) nel programma del M5S confluiscono tanto temi classici di sinistra
quanto altri di tipo liberista, altri ancora che confinano con il più classico
anti-parlamentarismo, aspetti semi-anarchici e un marcato leaderismo, anche se
di tipo particolare. Un mélange ancora in piena evoluzione e per questo abbiamo
collocato il movimento nel “punto di confusione” (senza per questo voler
offendere nessuno) in attesa di una sua più precisa decantazione. Da un punto
di vista valoriale, il movimento rifiuta di collocarsi a destra o sinistra, ma
non sempre la collocazione di un movimento nello spazio politico dipende da
ragioni ideologiche, a volta fanno premio altri fattori, ad esempio le
“polarità”: spesso a collocare un movimento in una posizione piuttosto che
un’altra è la scelta del suo “polare” cioè dell’avversario di cui ci si colloca
al polo opposto.
Ad esempio, l’Idv di Di Pietro, che da un punto di vista strettamente ideologico sarebbe un movimento di centro –se non di destra moderata-, viene percepito da molti come a sinistra del Pd (anche se per questo non ci vuole molto) per il suo radicale anti-berlusconismo che lo colloca al polo opposto ad esso. Ed a questo deve buona parte del suo successo elettorale dal 2008 al 2010, perché molti elettori imputavano al Pd troppa tiepidezza nell'opposizione al governo Berlusconi.
Ad esempio, l’Idv di Di Pietro, che da un punto di vista strettamente ideologico sarebbe un movimento di centro –se non di destra moderata-, viene percepito da molti come a sinistra del Pd (anche se per questo non ci vuole molto) per il suo radicale anti-berlusconismo che lo colloca al polo opposto ad esso. Ed a questo deve buona parte del suo successo elettorale dal 2008 al 2010, perché molti elettori imputavano al Pd troppa tiepidezza nell'opposizione al governo Berlusconi.
In altri casi a definire la collocazione è il quadro delle
alleanze: i radicali, da un punto di vista valoriale –come partito libertario,
anche se mai egualitario- dovrebbero essere considerati di sinistra, ma le
infinite giravolte pannelliane e le ripetute alleanze con il polo berlusconiano
hanno seriamente rimesso in discussione questa caratterizzazione, collocando
lungamente a destra il Pr. In altri casi a decidere è la base sociale del
movimento: anche la Lega aveva iniziato con il ritornello del “né di destra né
di sinistra”, ma la sua base di elettori ed iscritti era composta da lavoratori
autonomi della grande provincia lombarda e veneta, da sempre elettori della Dc
o di partiti di destra e la collocazione successiva della Lega è stata
stabilmente a destra, nonostante qualche infedeltà a Berlusconi (come nel
1994). Ed anche i Verdi si dichiaravano estranei a quel tipo di
concettualizzazione, ma dopo trovarono una base di ex militanti ed elettori
radicali e della sinistra estrema e si sono collocati sempre in alleanze di
centro sinistra.
Veniamo al caso di Grillo e dei suoi: a giudicare da un
sommario esame degli interventi nel blog e dai pochi studi disponibili, dal
punto di vista della base militante (i 200.000 aderenti telematici) si tratta nella maggior parte dei casi di
persone prive di una militanza politica precedente, spesso giovani e,
probabilmente, di provenienza ideologica eterogenea o debole. Ma c’è anche una
minoranza molto rilevante di persone provenienti da esperienze come la Sinistra
Arcobaleno, l’Idv, il Popolo Viola, i movimenti no Global, lo stesso Pd e che,
quindi, hanno una estrazione di sinistra. Va detto, però, che la sua
base elettorale si sta arricchendo di un settore di destra costituito da
elettori delusi soprattutto dalla Lega.
Dal punto di vista delle polarità, il movimento di Grillo,
pur polemizzando con tutte le forze politiche, ha sempre avuto in Berlusconi il
suo bersaglio preferito ed anche questo lo collocherebbe a sinistra –per lo
meno nella percezione esterna-. Ma va anche detto che Berlusconi oggi sembra un
cadavere politico e, dal governo Monti in poi, Grillo preferisce pestare la sua
clava sulla lucida cervice bersaniana piuttosto che sul senile parrucchino
berlusconiano.
Sulle alleanze sembra che Grillo voglia correre solo, ma, se
è da escludersi una possibile intesa con il residuo polo berlusconiano, con
Casini, con il Pd e –almeno per ora- con la Lega, non sembra del tutto
impossibile una intesa con De Magistris, con Di Pietro ed, a determinate
condizioni, persino con Vendola.
Sulla base di queste considerazioni, ho collocato il M5S in
un’area contigua alla sinistra, ma sono pronto a registrare ogni evoluzione.
Colgo l’occasione per una precisazione a quanti ritengono che mi sia accodato
al coro di quanti saltano sul carro del vincitore. Come studioso di scienze
politiche e sociali non ho simpatia o antipatia per il M5s più che per
qualsiasi altro movimento o partito, fedele al programma spinoziano “humana actiones nec ridere nec lugere neque
detestari sed intelligere”. Come militante di sinistra sono aperto al
dialogo con un movimento nascente che deve ancora evolvere. Come cittadino di questo
sventurato paese guardo con cautissima (sottolineo tre volte cautissima)
simpatia a questo movimento che oggi canalizza il disgusto sacrosanto dei
cittadini verso questa parodia di politica offerta dai nostri politicanti.
Quanto al saltare sul carro del vincitore: sono negato per
il salto in alto. Come dire? Non ne ho le “fisique
du role”.
Aldo Giannuli
Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Focus: Movimento 5
stelle, Le analisi
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Ancora nel 2012 c’è l’orgogliosa consapevolezza dell’argine (tema ripreso di recente da Di
Maio)
“Se non ci fosse il Movimento 5 Stelle qui arriverebbero gli
eversivi veri. Noi abbiamo riempito un vuoto. Negli altri Stati ci sono le albe
dorate, ci sono i nazisti” (Cosimo Caridi | 17 Novembre 2012)
come pure Martedì
9 aprile 2013 - 11:50M5S: “Grillo, noi argine democratico contro
” Molti nostri avversari non capiscono che il Movimento 5
Stelle è un argine democratico contro questi gruppi” fascisti e razzisti e ”se
non ci fossimo noi avrebbero senz'altro più spazio”. E’ quanto si legge in un
post, pubblicato sul blog di Beppe Grillo, in cui il leader del Movimento 5
Stelle riprende parte del suo libro per difendersi dalle accuse su una
‘vicinanza’ a movimenti di estrema destra. Nel post, Grillo ha sottolineato
come ”con la crisi le ideologie son pronte per tornare. Anche il nazismo e il fascismo
non scompaiono mai. Io ne sento l’odore da lontano ed è questo il momento del
loro grande ritorno. Quando ci sono pesanti crisi economiche e politiche, la
gente rispolvera le parole d’ordine più facili e comprensibili, è sempre stato
così. Oggi se uno dice ‘basta con gli immigrati’ ha un seguito immediato. In
Francia c’è Le Pen, la destra razzista avanza in Finlandia e non parliamo dell’Ungheria,
dove al governo c’è la destra conservatrice e la destra estrema alle ultime
elezioni è diventata il terzo partito proponendo leggi contro gli ebrei”.
”Stanno nascendo in Europa delle destre violentissime che fanno leva sui
sentimenti e sui luoghi comuni più irrazionali: l’immigrato che arriva e ti
ruba il posto di lavoro oppure il pane è nostro e ce lo dividiamo tra noi’. La
gente esasperata pensa così. […] Non bisogna lasciare possibili spiragli a
queste forze”, ha concluso Grillo (9 aprile 2013)
Purtroppo è un atteggiamento ondivago e tali prese di
posizione si alternano alle semplificazioni dello stesso Grillo. Producendo un
clamoroso passo indietro teorico:
11 gennaio 2013
Il tempo
delle ideologie è finito. Il MoVimento 5 Stelle non è fascista, non è di
destra, né di sinistra. E’ sopra e oltre ogni tentativo di ghettizzare, di
contrapporre, di mistificare ogni sua parola catalogandola a proprio uso e
consumo. Il M5S non ha pregiudiziali nei confronti delle persone. Se sono
incensurate, non iscritte a un altro partito o movimento politico, se si
riconoscono nel programma, per loro le porte sono e saranno sempre aperte. Non
ci sono italiani di serie A o di serie B. Nel merito delle votazioni nei Comuni
e nelle Regioni, il M5S ha votato finora le proposte considerate attinenti al
suo programma, chiunque le avesse fatte. E questo è ciò che farà in Parlamento.
Il M5S si è alleato e si alleerà con i movimenti di cui condivide gli
obiettivi, come è avvenuto per i No Tav, i No Gronda, l’acqua pubblica, i
rifiuti zero, i No Dal Molin, il nucleare e tanti altri. Le porte per i
partiti, anche per quelli riverginati, sono invece chiuse, serrate per sempre.
Alle foglie di fico chiedo di non fare correnti d’aria. Il M5S vuole realizzare
la democrazia diretta, la disintermediazione tra Stato e cittadini,
l’eliminazione dei partiti, i referendum propositivi senza quorum: il cittadino
al potere.
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Ora, sarà il caso che il M5S la smetta con quella schifezza di posizionamento
supposto post-ideologico dove destra e sinistra sarebbero la stessa cosa,
quando non lo sono affatto?
Ce lo ha insegnato negli anni ’30 il giornalista filosofo Alain e ce lo ha ricordato di recente Donald Sassoon a la 7. E ora che, con l’ignavia del M5S e il patologico narcisismo di Renzi, la Lega ci ha condannato al regime più reazionario del dopoguerra, perché Di Maio non marca la differenza, perché continua imperterrito con la canzoncina del gas “né destra, né sinistra”? Dove è andato a finire l'argine? Ancora di recente a Giovanni Floris gli è morta in gola – gli spettatori l’avranno notato – l’obiezione “di solito chi dice così è di destra”, molto di destra. E questo per un semplice motivo: non stai tenendo conto del contesto. Che è questo:
Ce lo ha insegnato negli anni ’30 il giornalista filosofo Alain e ce lo ha ricordato di recente Donald Sassoon a la 7. E ora che, con l’ignavia del M5S e il patologico narcisismo di Renzi, la Lega ci ha condannato al regime più reazionario del dopoguerra, perché Di Maio non marca la differenza, perché continua imperterrito con la canzoncina del gas “né destra, né sinistra”? Dove è andato a finire l'argine? Ancora di recente a Giovanni Floris gli è morta in gola – gli spettatori l’avranno notato – l’obiezione “di solito chi dice così è di destra”, molto di destra. E questo per un semplice motivo: non stai tenendo conto del contesto. Che è questo:
- Luca Traini il "giustiziere" di Macerata;
- pallini ad aria compressa contro
migranti a Forlì;
- insulti a un bambino di 5 anni perché
nero a Rimini;
- cane aizzato contro una donna col velo
a Torino;
- Ibrahima Diop senegalese che - a fine
luglio - in uno sportello dell'ASL di Giulianova si sentiva rispondere
"qua non c'è il veterinario";
- gli insulti alla studentessa
universitaria di Teramo alla ricerca di un alloggio;
- Sacko Soumayla, ventinovenne maliano,
ucciso il 2 giugno nel vibonese da un colpo di
fucile;
e poi: più in generale
per
non parlare poi della legittima difesa, delle armi sportive (?) e delle unioni
civili
("I
Gay vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo”)
Per quale arrendevolezza succede tutto ciò?
13 ottobre 2018
esequie e sepoltura per Becky
17 febbraio 2019 (altre tre vittime)
chi paga per Becky Moses?
la solidarietà
un paese diviso
(ANSA 27 maggio: "Quella sui migranti sarà la prima battaglia in Europa", ha detto
Matteo Salvini commentando i risultati di Riace e Lampedusa.)
(una giunta rovesciata da un ex-pd)
(normativa Sprar)
(decreti e circolari)
(Gregorio De Falco: chi non salva va in
galera)
TAR Calabria
asilo e protezione
cassazione
Questo è una
piccola parte di ciò che si chiama contesto, si riferisce alla pragmatica della comunicazione, ai suoi effetti.
E per ultimo le riflessioni di Fabio Marcelli che già il 20 Luglio 2018 esplicitava quanto
E ancora oggi - 6 giugno 2019 - continui a dire Andiamo avanti ? ma sei scemo? ti attendono decreto sicurezza bis, autonomia e taglio delle tasse, mentre il bugiadro - sprezzante - ti ha già mandato a dire che «mi raccomando me lo diceva mia madre». Insomma, sembrate 'na band 'e sciem ca nun sap manc trua' 'o cazz rint 'a mutand.
Caro Di Maio, last but no least chi ti scrive è uno
dei 6 milioni di elettori che avete perso per strada. Sicuro che al povero Jean-Jacques della piattaforma abbiate rappresentato un quadro politico di tal fatta? Credo proprio di no. E dunque, cosa avete votato? E ancora va dicendo che
non siete né di destra né di sinistra? Mah! Anche se fosse solo un riposizionamento strategico di marketing, la destra - soprattutto questa di Salvini - è la più distonica e lontana dal M5S. Che c'azzecca con chi viene dal contrasto alla partitocrazia, dalla sostenibilità ambientale, dall'innovazione tecnologica, dalle "quirinarie" dove le candidature più "desiderate" erano quelle di Gino Strada, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e Milena Gabanelli? Ma ti si' scurdate o 'a capa te serve solo per spàrtere 'e 'recchie?
Richiami il Presidente, telefoni a Zingaretti, a Bersani e pure a Renzi (lo so, fa schifo pure a me, ma ancora controlla buona parte delle forze chiamate ad appoggiare il nuovo governo). Chieda consiglio a Giannuli, pensatelo di altissimo profilo, ad es. con un Salvatore Settis, Sabino Cassese e Claudio Magris; Carlo Cottarelli e Tito Boeri; ripensi a l’Italia dello spopolamento e dei paesi abbandonati, ossia il 42,1 % del totale dei comuni del nostro Paese (Piemonte con 539 comuni disagiati, i 370 della Campania, i 354 della Calabria e i 301 della Sicilia). Coinvolgete Gianfranco Viesti, Tomaso Montanari, Vito Teti (antropologo dell'Unical), Tonino Perna (sociologo dell'Università di Messina), insomma ripensi ai migranti in una prospettiva meridionalista e "paesologica", di accoglienza, tutela e valorizzazione dei "vuoti a perdere". Non faccia la primadonna, chieda a Conte e a Tria cosa vogliono fare una volta liberati dall'incubo Salvini, ricordi che il PD è chiamato ad appoggiare un governo di liberazione (da Salvini) e di "salute mentale". Finite la legislatura in santa pace, ovviamente senza Lega e altre schifezze e ve ne andate affanculo. Così - con un V-day in più - sarete tutti contenti, tutti salvatori della patria. Magari qualcuno impara pure a governare.
(MC)
Richiami il Presidente, telefoni a Zingaretti, a Bersani e pure a Renzi (lo so, fa schifo pure a me, ma ancora controlla buona parte delle forze chiamate ad appoggiare il nuovo governo). Chieda consiglio a Giannuli, pensatelo di altissimo profilo, ad es. con un Salvatore Settis, Sabino Cassese e Claudio Magris; Carlo Cottarelli e Tito Boeri; ripensi a l’Italia dello spopolamento e dei paesi abbandonati, ossia il 42,1 % del totale dei comuni del nostro Paese (Piemonte con 539 comuni disagiati, i 370 della Campania, i 354 della Calabria e i 301 della Sicilia). Coinvolgete Gianfranco Viesti, Tomaso Montanari, Vito Teti (antropologo dell'Unical), Tonino Perna (sociologo dell'Università di Messina), insomma ripensi ai migranti in una prospettiva meridionalista e "paesologica", di accoglienza, tutela e valorizzazione dei "vuoti a perdere". Non faccia la primadonna, chieda a Conte e a Tria cosa vogliono fare una volta liberati dall'incubo Salvini, ricordi che il PD è chiamato ad appoggiare un governo di liberazione (da Salvini) e di "salute mentale". Finite la legislatura in santa pace, ovviamente senza Lega e altre schifezze e ve ne andate affanculo. Così - con un V-day in più - sarete tutti contenti, tutti salvatori della patria. Magari qualcuno impara pure a governare.
(MC)
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