Blog di servizio

qui i post - di solito - decollano per altre destinazioni

mercoledì 5 giugno 2019

Un assunto di base sbagliato


Dove va il M5S? dove sta andando?
Di Maio sembra in stato confusionale. Anche Fico e Di Battista non sembra brillino per lucidità. Eppure il Movimento più o meno dagli inizi si ritrova un dono, prezioso, gratuito, di un accompagnamento teorico, di un approccio “storico”, quello di Aldo Giannuli (che ovviamente non conosco e col quale mai ho avuto occasione di discutere). Si tratta di un “affiancamento” di cui il Movimento gode perlomeno dal 2012, forse pure prima ma evitiamo di fare filologia. E’ un po’ come la Lettera rubata di Poe, “dimenticata” sulla scrivania - oggi diremmo sul desk, nei blog, nei forum - “nascosta” e per questo visibile a tutti.
-----
Aldo Giannuli
9 AGOSTO 2012
Movimento 5 stelle: è di Sinistra o di Destra?
(…) Di fronte alla nascita di un nuovo movimento politico ci sono due modi opposti di non capire nulla: c’è chi già “sa” come andrà a finire, perché tutto è già visto e tutto è già detto  (Nihil sub sole novi!) e il nuovo movimento è solo la reincarnazione di qualcosa che c’è già stato; poi c’è chi, al contrario, parla di qualcosa di totalmente nuovo, incomparabile con qualsiasi esperienza passata, che non si sa bene cosa farà, ma sicuramente non ripeterà gli errori del passato ed è qualcosa di totalmente diverso da qualsiasi altro soggetto politico ed al quale, pertanto, non può essere applicata nessuna regola conosciuta. La cosa si sta ripetendo puntualmente per il movimento 5 stelle che alcuni vedono come la solita truffa dell’ennesimo Masaniello di passaggio e che, come la Lega, il Pr, l’Uomo qualunque, descriverà la solita parabola, una volta normalizzatosi con un po’ di scranni a Montecitorio. Ed altri propongono come una mirabolante novità che “giudica per idee (singole) e non per ideologie” e che sarebbe vano cercare di collocare sinistra o a destra (categorie “arcaiche”, ça va sans dire).


Ed allora qualche precisazione preliminare non guasta: le tanto deprecate ideologie non sono altro che sistemi di idee e anche l’anti-ideologismo, a suo modo, è una ideologia, cioè una serie di idee collegate fra loro che giungono al risultato di negare il valore delle “idee organizzate”. Ma di ideologie l’uomo non può fare a meno per comprendere la realtà e modificarla. E non ci riferiamo solo alle ideologie politiche. La filosofia è fatta di scuole di pensiero, cioè, in buona sostanza, dottrine che assumono forma di ideologie. Anche la fisica è attraversata da ideologie, perché costruisce il suo sapere progressivo sull’organizzazione delle conoscenze precedenti e dà luogo a scuole diverse e contrapposte: einsteiniani e quantisti continuano a non essere d’accordo sul principio di indeterminazione. E ci sono anche le ideologie politiche.

Ci sono ideologie “pure” ed “ideologie miste”.  Esse possono dar luogo a “mediazioni fra diverse ideologie” nelle quali si contemperano aspetti di diverse correnti per dar luogo a costruzioni ideologiche complesse (ad esempio le costituzioni sono prodotti di ingegneria giuridico-politica nelle quali confluiscono diverse ideologie sia giuridiche che politiche). Ci sono ideologie “aperte” ed ideologie “chiuse” come ad esempio i fondamentalismi; le ideologie “aperte” di solito producono nuove sintesi ideologiche con caratteristiche proprie, ibridando elementi di precedenti:  il keynesismo è stato una ideologia economica “aperta” mutuando la critica  marxista del capitalismo all’interno di una visione classica dell’economia, mentre il neo liberismo è una ideologia fondamentalista che non ammette deviazioni dal principio indefettibile della totale autoregolatività del mercato.

Ogni ideologia è per sua natura parziale, criticabile e destinata ad essere superata, ma non si può fare a meno dello strumento ideologia in quanto tale: gli stessi programmi, politici, quando non sono sommatorie eclettiche e casuali di idee, sono prodotti ideologici. E’ giusto evitare di trasformare una ideologia in un carcere mentale, che preclude ogni possibile dialogo ed ogni possibile evoluzione (difetto mortale di ogni fondamentalismo), ma pensare di risolvere il problema procedendo per “singole idee”, valutando volta per volta quale sia quella più giusta, senza porsi il problema della compatibilità reciproca di esse, come se si stesse facendo la spesa al supermercato, prendendo dagli scaffali il singolo prodotto che fa al caso proprio, è puerile e immeritevole di ogni altra risposta che una risata, come si fa di fronte ad ogni ingenuità infantile.
Della serie: “come abbiamo fatto a non pensarci sinora!?!”.

Questo non significa che non si possano riconoscere per valide anche idee provenienti da campi ideologici diversi ed a volte contrapposti: la laicità è un potente correttivo dei furori ideologici, ma anche la laicità ha una sua dimensione ideologica ed esser laici non significa essere anti ideologici.

Questo porta anche all’eterno mantra “Non siamo né di destra né di sinistra… stiamo sulla Luna”.

Capiamoci anche qui: scendendo nell’agone politico si entra in un campo in cui ci sono amici (affini, alleati: chiamateli come volete) e nemici. E questo pone il problema di distinguere gli uni dagli altri scegliendo una posizione più vicina ad alcuni e più lontana da altri. Anche chi pensa di non avere nessun possibile alleato su quel campo di battaglia (brutto sintomo di fondamentalismo, direi) ha però l’obbligo di distinguere i nemici fra loro: c’è il nemico principale e quello secondario, c’è il nemico immediato da combattere subito e quello in prospettiva che può aspettare, quello più aggressivo e quello più disposto a trattare, quello assoluto che combatte per distruggerci e quello relativo ad una sola questione, quello più e quello meno pericoloso. Ed, in base al calcolo di convenienza, sceglieremo di combattere uno prima dell’altro o di dedicare più energie all'uno che all'altro, di concludere una tregua con qualcuno per dedicarci meglio all'altro. Anche fra gli eventuali alleati c’è da distinguere: c’è quello durevole e quello che è l’alleato di oggi ma anche il nemico di domani.

Di volta in volta, lo scontro sarà dettato dalle convinzioni ideologiche o dalla contrapposizione degli interessi, dai condizionamenti interni e dallo squilibrarsi del sistema in cui si è inseriti. Tutto questo cerchiamo di descriverlo con delle raffigurazioni spaziali di tipo lineare (destra-sinistra) o di altro tipo, ad esempio tridimensionale come nel “cubo” che proponevo in un articolo precedente. Ovviamente si tratta di raffigurazioni convenzionali. Dunque, nessuna offesa nel collocare anche il Movimento 5 stelle nel cubo (cosa che ha urtato la suscettibilità di qualche lettore) ma solo il tentativo di trattare quel movimento come tutti gli altri sullo spazio politico. “Ma noi stiamo sulla Luna, non c’entriamo nello spazio degli altri”. E invece no: se ti presenti alle elezioni sei sceso dalla luna e sei entrato nel campo di battaglia con gli altri. E, a ben vedere, non sei mai stato sulla luna, sul campo c’eri anche al tempo del referendum sull'acqua o del V day: ovunque ci sia conflitto, si è sullo stesso piano perché le lame si incrociano solo con chi è alla stessa altezza. Piaccia o no.

Tutto ciò premesso, da che parte sta il M5s e come mai mi sono permesso di considerarlo a sinistra o, per lo meno, contiguo alla sinistra (suscitando l’irritazione di altro lettore)?

Come abbiamo detto (...) nel programma del M5S confluiscono tanto temi classici di sinistra quanto altri di tipo liberista, altri ancora che confinano con il più classico anti-parlamentarismo, aspetti semi-anarchici e un marcato leaderismo, anche se di tipo particolare. Un mélange ancora in piena evoluzione e per questo abbiamo collocato il movimento nel “punto di confusione” (senza per questo voler offendere nessuno) in attesa di una sua più precisa decantazione. Da un punto di vista valoriale, il movimento rifiuta di collocarsi a destra o sinistra, ma non sempre la collocazione di un movimento nello spazio politico dipende da ragioni ideologiche, a volta fanno premio altri fattori, ad esempio le “polarità”: spesso a collocare un movimento in una posizione piuttosto che un’altra è la scelta del suo “polare” cioè dell’avversario di cui ci si colloca al polo opposto. 
Ad esempio, l’Idv di Di Pietro, che da un punto di vista strettamente ideologico sarebbe un movimento di centro –se non di destra moderata-,  viene percepito da molti come a sinistra del Pd (anche se per questo non ci vuole molto) per il suo radicale anti-berlusconismo che lo colloca al polo opposto ad esso. Ed a questo deve buona parte del suo successo elettorale dal 2008 al 2010, perché molti elettori imputavano al Pd troppa tiepidezza nell'opposizione al governo Berlusconi.

In altri casi a definire la collocazione è il quadro delle alleanze: i radicali, da un punto di vista valoriale –come partito libertario, anche se mai egualitario- dovrebbero essere considerati di sinistra, ma le infinite giravolte pannelliane e le ripetute alleanze con il polo berlusconiano hanno seriamente rimesso in discussione questa caratterizzazione, collocando lungamente a destra il Pr. In altri casi a decidere è la base sociale del movimento: anche la Lega aveva iniziato con il ritornello del “né di destra né di sinistra”, ma la sua base di elettori ed iscritti era composta da lavoratori autonomi della grande provincia lombarda e veneta, da sempre elettori della Dc o di partiti di destra e la collocazione successiva della Lega è stata stabilmente a destra, nonostante qualche infedeltà a Berlusconi (come nel 1994). Ed anche i Verdi si dichiaravano estranei a quel tipo di concettualizzazione, ma dopo trovarono una base di ex militanti ed elettori radicali e della sinistra estrema e si sono collocati sempre in alleanze di centro sinistra.

Veniamo al caso di Grillo e dei suoi: a giudicare da un sommario esame degli interventi nel blog e dai pochi studi disponibili, dal punto di vista della base militante (i 200.000 aderenti telematici) si tratta nella maggior parte dei casi di persone prive di una militanza politica precedente, spesso giovani e, probabilmente, di provenienza ideologica eterogenea o debole. Ma c’è anche una minoranza molto rilevante di persone provenienti da esperienze come la Sinistra Arcobaleno, l’Idv, il Popolo Viola, i movimenti no Global, lo stesso Pd e che, quindi, hanno una estrazione di sinistra. Va detto, però, che la sua base elettorale si sta arricchendo di un settore di destra costituito da elettori delusi soprattutto dalla Lega.

Dal punto di vista delle polarità, il movimento di Grillo, pur polemizzando con tutte le forze politiche, ha sempre avuto in Berlusconi il suo bersaglio preferito ed anche questo lo collocherebbe a sinistra –per lo meno nella percezione esterna-. Ma va anche detto che Berlusconi oggi sembra un cadavere politico e, dal governo Monti in poi, Grillo preferisce pestare la sua clava sulla lucida cervice bersaniana piuttosto che sul senile parrucchino berlusconiano.

Sulle alleanze sembra che Grillo voglia correre solo, ma, se è da escludersi una possibile intesa con il residuo polo berlusconiano, con Casini, con il Pd e –almeno per ora- con la Lega, non sembra del tutto impossibile una intesa con De Magistris, con Di Pietro ed, a determinate condizioni, persino con Vendola.
Sulla base di queste considerazioni, ho collocato il M5S in un’area contigua alla sinistra, ma sono pronto a registrare ogni evoluzione. Colgo l’occasione per una precisazione a quanti ritengono che mi sia accodato al coro di quanti saltano sul carro del vincitore. Come studioso di scienze politiche e sociali non ho simpatia o antipatia per il M5s più che per qualsiasi altro movimento o partito, fedele al programma spinoziano “humana actiones nec ridere nec lugere neque detestari sed intelligere”. Come militante di sinistra sono aperto al dialogo con un movimento nascente che deve ancora evolvere. Come cittadino di questo sventurato paese guardo con cautissima (sottolineo tre volte cautissima) simpatia a questo movimento che oggi canalizza il disgusto sacrosanto dei cittadini verso questa parodia di politica offerta dai nostri politicanti.

Quanto al saltare sul carro del vincitore: sono negato per il salto in alto. Come dire? Non ne ho le “fisique du role”.

Aldo Giannuli
Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Focus: Movimento 5 stelle, Le analisi
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Ancora nel 2012 c’è l’orgogliosa consapevolezza dell’argine (tema ripreso di recente da Di Maio)

“Se non ci fosse il Movimento 5 Stelle qui arriverebbero gli eversivi veri. Noi abbiamo riempito un vuoto. Negli altri Stati ci sono le albe dorate, ci sono i nazisti” (Cosimo Caridi | 17 Novembre 2012) 

come pure Martedì 9 aprile 2013 - 11:50M5S: “Grillo, noi argine democratico contro 


” Molti nostri avversari non capiscono che il Movimento 5 Stelle è un argine democratico contro questi gruppi” fascisti e razzisti e ”se non ci fossimo noi avrebbero senz'altro più spazio”. E’ quanto si legge in un post, pubblicato sul blog di Beppe Grillo, in cui il leader del Movimento 5 Stelle riprende parte del suo libro per difendersi dalle accuse su una ‘vicinanza’ a movimenti di estrema destra. Nel post, Grillo ha sottolineato come ”con la crisi le ideologie son pronte per tornare. Anche il nazismo e il fascismo non scompaiono mai. Io ne sento l’odore da lontano ed è questo il momento del loro grande ritorno. Quando ci sono pesanti crisi economiche e politiche, la gente rispolvera le parole d’ordine più facili e comprensibili, è sempre stato così. Oggi se uno dice ‘basta con gli immigrati’ ha un seguito immediato. In Francia c’è Le Pen, la destra razzista avanza in Finlandia e non parliamo dell’Ungheria, dove al governo c’è la destra conservatrice e la destra estrema alle ultime elezioni è diventata il terzo partito proponendo leggi contro gli ebrei”. ”Stanno nascendo in Europa delle destre violentissime che fanno leva sui sentimenti e sui luoghi comuni più irrazionali: l’immigrato che arriva e ti ruba il posto di lavoro oppure il pane è nostro e ce lo dividiamo tra noi’. La gente esasperata pensa così. […] Non bisogna lasciare possibili spiragli a queste forze”, ha concluso Grillo (9 aprile 2013)

Purtroppo è un atteggiamento ondivago e tali prese di posizione si alternano alle semplificazioni dello stesso Grillo. Producendo un clamoroso passo indietro teorico:
11 gennaio 2013

Il tempo delle ideologie è finito. Il MoVimento 5 Stelle non è fascista, non è di destra, né di sinistra. E’ sopra e oltre ogni tentativo di ghettizzare, di contrapporre, di mistificare ogni sua parola catalogandola a proprio uso e consumo. Il M5S non ha pregiudiziali nei confronti delle persone. Se sono incensurate, non iscritte a un altro partito o movimento politico, se si riconoscono nel programma, per loro le porte sono e saranno sempre aperte. Non ci sono italiani di serie A o di serie B. Nel merito delle votazioni nei Comuni e nelle Regioni, il M5S ha votato finora le proposte considerate attinenti al suo programma, chiunque le avesse fatte. E questo è ciò che farà in Parlamento. Il M5S si è alleato e si alleerà con i movimenti di cui condivide gli obiettivi, come è avvenuto per i No Tav, i No Gronda, l’acqua pubblica, i rifiuti zero, i No Dal Molin, il nucleare e tanti altri. Le porte per i partiti, anche per quelli riverginati, sono invece chiuse, serrate per sempre. Alle foglie di fico chiedo di non fare correnti d’aria. Il M5S vuole realizzare la democrazia diretta, la disintermediazione tra Stato e cittadini, l’eliminazione dei partiti, i referendum propositivi senza quorum: il cittadino al potere.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------



Ora, sarà il caso che il M5S la smetta con quella schifezza di posizionamento supposto post-ideologico dove destra e sinistra sarebbero la stessa cosa, quando non lo sono affatto?
Ce lo ha insegnato negli anni ’30 il giornalista filosofo Alain e ce lo ha ricordato di recente Donald Sassoon a la 7. E ora che, con l’ignavia del M5S e il patologico narcisismo di Renzi, la Lega ci ha condannato al regime più reazionario del dopoguerra, perché Di Maio non marca la differenza, perché continua imperterrito con la canzoncina del gas “né destra, né sinistra”? Dove è andato a finire l'argine? Ancora di recente a Giovanni Floris gli è morta in gola – gli spettatori l’avranno notato – l’obiezione “di solito chi dice così è di destra”, molto di destra. E questo per un semplice motivo: non stai tenendo conto del contesto. Che è questo:

- Luca Traini il "giustiziere" di Macerata;
- pallini ad aria compressa contro migranti a Forlì;
- insulti a un bambino di 5 anni perché nero a Rimini;
- cane aizzato contro una donna col velo a Torino;
- Ibrahima Diop senegalese che - a fine luglio - in uno sportello dell'ASL di Giulianova si sentiva rispondere "qua non c'è il veterinario";
- gli insulti alla studentessa universitaria di Teramo alla ricerca di un alloggio;
- Sacko Soumayla, ventinovenne maliano, ucciso il 2 giugno nel vibonese da un colpo di 
fucile;
e poi: più in generale 



  





per non parlare poi della legittima difesa, delle armi sportive (?) e delle unioni civili
("I Gay vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo”)

Per quale arrendevolezza succede tutto ciò? 

Ne vuoi ancora?

13 ottobre 2018


esequie e sepoltura per Becky

17 febbraio 2019 (altre tre vittime)

chi paga per Becky Moses?

la solidarietà

un paese diviso

 (misura contro lo spopolamento e l'abbandono)

(ANSA 27 maggio: "Quella sui migranti sarà la prima battaglia in Europa", ha detto Matteo Salvini commentando i risultati di Riace e Lampedusa.)


(una giunta rovesciata da un ex-pd)

(normativa Sprar)

(decreti e circolari)

(Gregorio De Falco: chi non salva va in galera)

TAR Calabria

asilo e protezione 

cassazione

Riace e Lampedusa
possibile che ancora tu non abbia capito che al tuo collega vicepremier Salvini (che da tempo fa lapsus in cui si autodefinisce Presidente del Consiglio) è bastata una promessa di pochi soldi e un po' di disinformazione spregiudicata per aggiudicarsi il governo di Riace e Lampedusa?


Questo è una piccola parte di ciò che si chiama contesto, si riferisce alla pragmatica della comunicazione, ai suoi effetti.

E per ultimo le riflessioni di Fabio Marcelli che già il 20 Luglio 2018 esplicitava quanto



E ancora oggi - 6 giugno 2019 - continui a dire Andiamo avanti ? ma sei scemo? ti attendono decreto sicurezza bis, autonomia e taglio delle tasse, mentre il bugiadro - sprezzante - ti ha già mandato a dire che  «mi raccomando me lo diceva mia madre». Insomma, sembrate 'na band 'e sciem ca nun sap manc trua' 'o cazz rint 'a mutand.

Caro Di Maio, last but no least chi ti scrive è uno dei 6 milioni di elettori che avete perso per strada. Sicuro che al povero Jean-Jacques della piattaforma abbiate rappresentato un quadro politico di tal fatta? Credo proprio di no. E dunque, cosa avete votato? E ancora va dicendo che non siete né di destra né di sinistra? Mah! Anche se fosse solo un riposizionamento strategico di marketing, la destra - soprattutto questa di Salvini - è la più distonica e lontana dal M5S. Che c'azzecca con chi viene dal contrasto alla partitocrazia, dalla sostenibilità ambientale, dall'innovazione tecnologica, dalle "quirinarie" dove le candidature più "desiderate" erano quelle di Gino Strada,  Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e Milena Gabanelli? Ma ti si' scurdate o 'a capa te serve solo per spàrtere 'e 'recchie? 

Richiami il Presidente, telefoni a Zingaretti, a Bersani e pure a Renzi (lo so, fa schifo pure a me, ma ancora controlla buona parte delle forze chiamate ad appoggiare il nuovo governo). Chieda consiglio a Giannuli, pensatelo di altissimo profilo, ad es. con un Salvatore Settis, Sabino Cassese e Claudio Magris; Carlo Cottarelli e Tito Boeri; ripensi a l’Italia dello spopolamento e dei paesi abbandonati, ossia il 42,1 % del totale dei comuni del nostro Paese (Piemonte con 539 comuni disagiati, i 370 della Campania, i 354 della Calabria e i 301 della Sicilia). Coinvolgete Gianfranco Viesti, Tomaso Montanari, Vito Teti (antropologo dell'Unical), Tonino Perna (sociologo dell'Università di Messina), insomma ripensi ai migranti in una prospettiva meridionalista e "paesologica", di accoglienza, tutela e valorizzazione dei "vuoti a perdere". Non faccia la primadonna, chieda a Conte e a Tria cosa vogliono fare una volta liberati dall'incubo Salvini, ricordi che il PD è chiamato ad appoggiare un governo di liberazione (da Salvini) e di "salute mentale". Finite la legislatura in santa pace, ovviamente senza Lega e altre schifezze e ve ne andate affanculo. Così - con un V-day in più - sarete tutti contenti, tutti salvatori della patria. Magari qualcuno impara pure a governare.

(MC) 

Nessun commento:

Posta un commento

cosa ne pensi?

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.