Flotta
"Un suono emesso – emesso da chi? – e poi nulla. Una parola – scritta da chi? – e poi un bianco. Ascoltare quel nulla. Leggere quel bianco”.
Da un lato, l’effimero chiarore di una lampada; dall'altro, l’ignota oscurità.[5]
ph. Franco Paternostro
Cosa c'è di più semplice di una barchetta di carta? Eppure la sua costruzione è frutto di sequenze, origami docet, di algoritmi di pieghe.
La testa va a “in scala” come lo si direbbe di un trenino Rivarossi, Marklin o Lima. Oppure a Gianfranco Pugliese che disegna con la Bic su fogli grandissimi[6].
Nelle Pagine di Spuren dedicate allo stupore Ernst Bloch collega in modo tradizionale la figura della meraviglia al tema dell'inizio della filosofia ma obietta che si presta attenzione a ciò che avviene nello stupore ma non a ciò che avviene come stupore. Lo stupore è evidentemente testimone dell'inizio del mondo. Una flotta di barchette di carta è un buon inizio. E l'arte e la filosofia non fanno altro che salvaguardare tale indicazione dell'inizio, tale quiete anticipata propria dello stupore. Il tutto dello stupore rimette in gioco perennemente la prima volta come identità stessa dell'Uno[7]. Dunque è parlante prim'ancora di parlare.
lo sbarco a corso Telesio
Sembra che gli indigeni della terra del fuoco non vedessero all'orizzonte le navi di Magellano. Forse perché non avevano l'idea, il concetto di nave. Stessa riflessione mitopoietica per le Caravelle di Colombo. Difficile da stabilire una cosa del genere, bisognerebbe chiedere a Ruggero Pierantoni (Salto di scala)
Nel suo ultimo libro[8] siamo invitati a dotarci di un righello per misurare in millimetri l’altezza di uomini raffigurati su di un mosaico di Thera o sui resti di un muro dell’antica Roma; l’archeologia recente ha conosciuto una discussa “svolta metrologica”, per la quale sembra rilevante solo quel che è cartografabile sul terreno e riducibile all'anonimato della misura.
“Veniamo così coinvolti in un viaggio avventuroso che attraversa le epoche, i continenti, le arti e le scienze. Finiamo così per transitare più volte fra le due sponde dell’Atlantico, seguendo “colossi” come la statua della Libertà, o le assonanze fra il progetto di Suger, l’abate di Saint Denis del XII secolo, e Gutzon Borglum che nel 1927 inizia a trivellare il Mount Rushmore per scolpirvi i volti di presidenti statunitensi”.
Ma "le misure sono parole"? Se lo chiede sulla soglia del libro Pierantoni.
Ulisse ormeggia prudentemente la sua nave fuori dal porto, Rovella parcheggia la flotta nel Mam e al massimo per corso Telesio.
“Bisogna imparare a scrivere con parole inzuppate di silenzio”[9].
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Stupore generato da un cambio di scala, dal monumentale al millimetrico e contemporaneamente da un cambio di tempo, da quello adulto al tempo dell'infanzia.
Magia del downsizing alla quale non è estranea la tradizione cristiana. Pino Stancari s.J. glossa così la lettura di San Paolo :
“Nostro Signore Gesù Cristo è il sì, l’amen, il farsi piccolo di Colui che è grande. Piccolezza dell’incontenibile”.
[5] Edmond Jabès, Il libro della condivisione, Raffaello Cortina, 1992 (Le Livre du Partage, Gallimard, 1987, trad. it. Di Stefano Mecatti e Anna Panicali), pag.123
[8] Ruggero Pierantoni, Salto di scala. Grandezze, misure, biografie delle immagini, Bollati Boringhieri, 2012.
[9] Edmond Jabès, Un Ètranger avec, sous le bras, un livre de petit format, Gallimard, 1989 (trad. it. di Alberto Folin, Uno straniero con, sotto il braccio, un libro di piccolo formato, SE, 2001, pag. 29)
short version di "la flotta di Gigi"
Luigi Rovella
THE FLIGHT OF MEMORY
Installazione in metacrilato con illuminazione a LED
cm. 250x250x100
fino al 3 dicembre al MAM - C.so Telesio - Cosenza
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cm. 250x250x100
fino al 3 dicembre al MAM - C.so Telesio - Cosenza
PAPER BOATS
Polymethylmethacrylate and LED lights
Variable dimensions
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(dicembre 2017)
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