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sabato 19 gennaio 2019

Lettera a Tiziana per il suo compleanno

Cara sorella, non che confidi più di tanto nella telematica (solo ieri Tim mi ricordava con il segnale di "connessione limitata" che avevo dimenticato di pagare il canone), dunque figuriamoci se  consegnerà queste poche parole a chi è momentaneamente sprovvisto di account. S'intende che una lettera a chi non è più è una forma retorica per ricordarti a pochi parenti e molti amici. Ma non si sa mai, una mia parte remota e poco razionale confida nei poteri della fibra.
E a proposito di parti poco razionali, volevo dirti che da quando te ne sei andata (cfr. brutta-bestia-alien) non ti sei persa niente. O meglio, ti sei persa una esplosione di barbarie, una improvvisa psicosi collettiva, particolarmente acuta qui in Italia ma presente su scala europea e mondiale. Pensa, solo per dirne una, al sig. Trump che ha messo mano alla politica dei dazi e che vuole costruire un muro al confine col Messico. Giuro, non sto scherzando. Vedi qui appresso (muro tra Messico e Stati Uniti
Tu forse ricorderai le prime avvisaglie a noi vicine (vedi Ungheria, tra i paesi più fanatici del gruppo di Visegrad col quale flirtano i neofascisti italiani).



Poverini, si difendono dal cosiddetto "conformismo multiculturalista", in fondo dal fantasma degli immigrati e dell'islamismo. Non so come spiegarti. Nella tua libreria conserverai sicuramente il libro di Gian Antonio Stella," Negri, froci, giudei e Co.", edito nel 2009. Oggi dovresti solo aggiornare lo stupidario dei fanatici e inglobare Netanyahu che ormai va a braccetto con il suo omologo  ungherese Viktor Mihály Orbán, soprattutto nel terreno d’intesa del sovranismo che alza muri contro i migranti. 
Sinceramente vorrei risparmiarti altre novità da questo mondo di smemorati. 
Qui imperversa uno strano tipo, una specie di Zelig che cambia divisa ad ogni momento, lo chiamano lo sceriffo o il capitano, tuona contro le ONG, dice di chiudere i porti e pensa di poter arrestare i poveri cristi impedendogli di sbarcare, con gli sgombri, le ruspe, le deportazioni, la chiusura dei centri d'accoglienza. Così siamo passati da prima la Padania a prima gli italiani, e in un nano secondo da zero clandestini a  immigrazione zero, zero rifugiati, zero permessi per motivi umanitari, zero umanità. Lo stigma prevalente è diventato "buonista". Ti risparmio il resto. E' un quadro che certo avrebbe stuzzicato le tue curiosità epidemiologiche, nosografiche e epistemologiche. 
Ma è presto - lassa passa' 'a nuttata - tu che puoi: avremo modo di riparlarne in seguito.