Blog di servizio

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martedì 26 dicembre 2017

Intellettuali vegetariani

Ci fu un giorno in cui Pasquino Crupi (che evidentemente molto antipatizzava con  Ora Esatta) mi diede dell'intellettuale vegetariano. Per lui doveva essere il massimo dell'offesa (Nunzio Scalercio avrebbe graduato il sintagma con un valore offensivo del 100%). Ma a me piacque, pur non ritenendomi un intellettuale e nemmeno vegetariano, pur mangiando di tanto in tanto carne, insomma con qualche senso di colpa, cercando di non pensare agli allevamenti intensivi e alla brutalità delle soppressioni. Insomma, pur non giocando nel campo avverso a un Camillo Langone, l'appellativo era preciso e sottoscrivibile.
Non intendendo che accogliere una sua critica era il mio modo di omaggiarlo, il caporedattore di Cronache delle Calabrie propose la censura al mio ricordo crupiano ma Guzzanti al volo lo mandò affanculo. 
Questa favoletta insegna che la gloria è il sole dei morti e che trovo commovente la piaggeria dei viventi.


sabato 8 luglio 2017

Passeggiando a Cerisy-la-Salle con Daniele Garritano e Bruno Moroncini, feat. Philippe Sollers



Proust 5 + 1

di Marfoosh M. Celani



Da qualche parte c’è sempre stato un soggetto ordinatore, c’è dell’ordine. La scrittura non è in fondo il modo in cui un soggetto si mette in gioco nella pratica, nel luogo di questa eterogeneità? Aggiunge Sollers “se anche non scrivesse niente, ciò non mi disturberebbe affatto!”. Ordo nel lessico latino – è un noto serial jacabookiller a ricordarcelo - significa disposizione, schieramento (di truppe, di alberi, etc.) ma anche regolamento, misura. Ordinare si configura come gesto che implica legge, legame, (…) l’idea di un’azione, di un intervento attivo del soggetto ordinatore. Anche nel caso del disegno ci troviamo di fronte all’idea di legame, di rapporto reciproco tra segni ed anche qui, di legame implicante un progetto, un intervento dell’attore del disegnare. Designare in latino, ma anche bezeichnen in tedesco, in inglese design, significano tracciare dei segni collegandoli in un insieme sensato, ma anche manifestare un’intenzione: designare, cioè nominare. In ogni caso un prendere posizione, un decidere.
 AA.VV., Di-segno. La giustizia nel discorso, a cura di Gianfranco Dalmasso, Jaca Book, 1984

martedì 25 aprile 2017

“Un digiunatore” di Eimuntas Nekrošius (Teatro Auditorium Unical, 24 aprile 2017)

E all’orizzonte solo guardiani e macellai
di Massimo Celani


“Certamente c’è un insieme delle tue esperienze pregresse, che vengono fuori dalle tasche, dalle maniche. Tutto ciò che sai. Come se volessi ripeterlo, non per tua volontà, è come se qualche demone ti spingesse a tornare ai tuoi vecchi modi. […] Sicuramente l’atteggiamento si acuisce con gli anni. Ma non sai di più con l’età. È un cliché che con l’età si acquisiscano saggezza e consapevolezza. Bisognerebbe dire che le perdiamo. Perdiamo consapevolezza, arguzia e sensi. Si sviluppa apatia. […] Preferirei che fosse il contrario, tuttavia è fisiologico […]
Eimuntas Nekrošius: dal documentario di Audronis Liuga “Allontanare l’orizzonte”

sabato 22 aprile 2017

Cronachelle di una morte annunciata

di Massimo Celani

L'editore è quello che è. Non dirò una parola di più, tanto è imbarazzante per me avergli aperto e messo a disposizione casa, studio, amicizia, tempo, notti, entusiasmo progettuale e persino un direttore dal profilo perfetto per una iniziativa editoriale radicalmente innovativa e che per di più se ne stava tranquillo in Florida.
La reputazione era nota, colpa mia che son vittima perenne dell'illusione, compresa quella che gli antichi greci chiamavano kairòs, il tempo giusto nel quale le cose sembrano incastrare. Non in quanto fondatore di La Repubblica o del Giornale di Calabria, non perché giornalista tra i più arguti, eretici e imprevedibili della nostra epoca, ma perché Guzzanti era il direttore giusto, il più "idoneo", qualcosa di speciale, un'occasione imperdibile. Kairòs è il passaggio all'azione da compiere tempestivamente, che non tollera ritardi o esitazioni, così Paolo era “Cronache delle Calabrie”. E la sua disponibilità a tornare in Calabria una botta di culo. Anche perché quella Calabria anni '70, situata a Pian del Lago, km 273, delle crapule crupiane a base di maiale e capre appena sgozzate non erano certo ricordi incoraggianti. 


30 luglio 1973, festa in redazione per il primo numero de Il giornale di Calabria
da sinistra Piero Ardenti e Paolo Guzzanti, sulla destra s'intravvedono Ernesto D'Ippolito e Lullo Sergi