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martedì 13 febbraio 2018

Brutta bestia Alien

In meno di un anno se l'è portata via. 

Tiziana Celani
Ancona 19.01.1948
Benevento 13.02.2018


Che ci facciamo qui?

“Potremmo dire: insediarmi in un luogo 
che consente l’incontro. L’insediamento 
dello psichiatra come quello di ciascun medico 
consiste nell’accedere a un atto di decisione. 
Ma si tratta di un atto di decisione 
che parte da niente.(...) 
Nella formazione si produce una rottura 
che va articolata intorno al termine decisione. 
In altre parole, succede come se nella decisione, 
che è una sorta di taglio, ci fosse la necessità 
di specificare un certo tipo d’incontro”.

(Jean Oury, L’insediamento: rottura per una decisione, 1974)


domani mercoledì 14 febbraio
amici e parenti napoletani potranno salutare Tiziana alle 12.30
presso Santa Teresa del Bambin Gesù,via Nicolardi 233

nei giorni successivi, in data da precisare, le ceneri verranno trasportate 
nella cappella Aloe-Muti del cimitero di Lago (CS) 

2 commenti:

  1. ricevo da Nerina Garofalo
    (14 febbraio alle ore 11:16)

    Ognuno, quando vede il dolore di un amico e di un'amica, prega come può. Anche chi crede, a volte, prega in modo differente, in un modo che si approssima, si fa prossimo, si avvicina, al modo che ha di dire e dirsi loro. Oggi, amici e parenti napoletani potranno salutare Tiziana Celani, sorella del carissimo Massimo, alle 12.30 presso Santa Teresa del Bambin Gesù, via Nicolardi 233. Io ho conosciuto Tiziana nel modo più bello che possa esserci per qualcuno che scrive: perchè ha letto e si è fatta prossima a delle parole. Conosco invece da moltissimo tempo Massimo, e oggi davvero sentivo il bisogno di essere in qualche modo con la sua famiglia a salutare Tiziana. E' così che ho riletto (a volte così si prega) Promemoria, di Andrea Bajani. Come se il tempo del rileggere, del leggere per, del leggere con, potesse colmare la distanza spaziale dalle persone a cui vuoi bene. Non so perché fra tanti versi che sono dedicati nelle letterature al dolore del distacco, ho sentito di voler rilegger proprio quelli. Poi, a mano a mano, ho capito perché. Perché l'inconscio ci avvicina a quello che sentiamo come nessuna ragione riesce a fare. Caro Massimo, per te, per la vostra Tiziana, per la tua famiglia tutta, poso qui le parole che ho "pregato" con voi, ora che state per salutarla. Un abbraccio forte, che vi arrivi davvero stretto nel piccolo sostegno che può dare sentirvi amati da tanti amici e senza alcuna retorica.

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  2. Sovversivo è il foglio su cui la parola crede d'accamparsi; sovversiva è la parola attorno alla quale il foglio dispiega il suo bianco.

    Un passo nella neve è sufficiente a scuotere la montagna.

    La neve ignora la sabbia. Eppure in tutte e due è il deserto.

    Edmond Jabès, "Il libro come luogo della sovversione e del bianco" - traduzione di Antonio Prete



    E se scrivere fosse questa discesa ancora impregnata, per noi, del ricordo della lenta salita che l'ha preceduta?

    All'interno dell'edificio, non possiamo oltrepassare l'ultimo piano.

    Una pagina di scrittura ha i suoi pianerottoli. I suoi margini sono all'esterno. Non sapremo riempire di parole il vuoto.

    La mia dimora è distrutta; il mio libro, in cenere.

    In queste ceneri, io traccio linee.

    In queste linee, metto parole d'esilio.

    Edmond Jabès, "Il percorso" - traduzione di Valerio Magrelli

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