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lunedì 6 maggio 2019

Cosenza, mercoledì 8 maggio alle 18.00 alla Ubik.



"Le telefonate. Le perizie foniche originali sulla strage di Peteano e sul caso Moro" di John Trumper, CLEUP edizioni. La presentazione si terrà mercoledì 8 maggio alle 18.00 alla Ubik.
Intervengono:
John Trumper e Marta Maddalon






Il libro

A quarant'anni dal rapimento Moro e dopo un periodo ancora più lungo dalle prime stragi di Stato, questo libro ci riporta al clima di quegli anni, non solo per l'argomento - le perizie su Peteano e sul caso Moro - ma per la scelta di riproporle in veste originale. La limitatezza di mezzi, l'arretratezza della tecnologia disponibile, macchine da scrivere, trasferibili, grafici disegnati a mano, non hanno limitato però l'accuratezza del metodo e il rigore nell'applicarlo. Per smontare l'ipotesi accusatoria che in entrambi i casi giudiziari ha come origine e causa la volontà di depistare le indagini, un glottologo, dialettologo, fonetista, sociolinguista gallese coinvolge fisici, ingegneri, matematici, statistici per sottoporre le telefonate incriminate all'analisi più completa e indicare la reale provenienza dei telefonisti che è stata in entrambi i casi confermata dai fatti. Con note introduttive di Albino Salmaso e Marta Maddalon.





(contiene la telefonata)


Le telefonate della strage di Peteano e del caso Moro nel nuovo libro di Trumper


 (,,,) Un testo affascinante, che contiene le perizie foniche originali elaborate dallo stesso professore 40 anni fa. Se oggi abbiamo la certezza che la voce del telefonista delle BR non era quella di Toni Negri, professore padovano e teorico dell’Autonomia, è grazie al lavoro scientifico di John Trumper. Così come a portare il magistrato Felice Casson sulla pista giusta a Peteano, nonostante i depistaggi dei servizi segreti (l’esistenza di Gladio sarà confermata da Giulio Andreotti molti anni dopo, ndr) fu il linguista gallese. (...)

(...) Che il telefonista non fosse Toni Negri lo sapevano tutti. Eppure il professor Trumper, incaricato del caso, rimise in piedi la squadra, macinò chilometri, fra Trento, Venezia, Padova, fino ad Ascoli Piceno, investì tempo e denaro, per dimostrare scientificamente la verità. Isolò 16 variabili sulla base di 600 parlanti, e accese i riflettori sulla colonna romana delle Brigate Rosse a cui Valerio Morucci, autore della telefonata, apparteneva. Con Negri il professor Trumper parlò soltanto una volta, in carcere: non si conoscevano prima, nonostante lavorassero nella stessa università, non si sentirono mai più dopo (aneddoto inedito e indicativo della personalità di entrambi, ndr).


contesto e trascrizione



la telefonata al prof Tritto

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"C'è una vacca bianca sulla strada, la vacca è bianca o gialla, vicino alla stazione"
Non è una nuova metafora bersaniana, ma un'invenzione trumperiana per l'indagine sulla struttura sillabico-accentuale delle varietà dialettali del friulano.

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Memorie di un amnesiaco (frammenti)
Chi sono io



Tutti vi diranno che non sono un musicista. È vero. Fin dall’inizio della mia carriera, mi sono, immediatamente, situato tra i fonometrografi. Le mie opere sono pura fonometria. 

Che si prenda il Fils des Étoiles, i Morceuax en forme de poire, En habit de Cheval o le Sarabandes, si vede bene che nessuna idea musicale ha presieduto alla creazione di queste opere. Il pensiero scientifico le domina. Del resto,a me piace di più misurare un suono che ascoltarlo. Così fonometro alla mano, opero allegramente e senza indugi. C’è qualcosa ch’io non abbia pesato e misurato? Tutto Beethoven, tutto Verdi, eccetera. È molto stano. La prima volta che feci uso di un fonoscopio, osservai un si bemolle di media grandezza. Non ho mai visto, ve lo assicuro, nulla di più ripugnante. Chiamai il mio cameriere per farglielo vedere. Sulla fonobilancia, un fa diesis qualsiasi, del tipo più comune, toccò i 93 chili. Era stato emesso da un tenore molto grasso, che pesai ugualmente. 

Sapete come si puliscono i suoni? È un lavoro assai sporco. La trafilatura è più pulita: saperli classificare è molto minuzioso e richiede un’ottima vista. Qui entriamo nella fonotecnica. Quanto alle esplosioni sonore, spesso così sgradevoli, un po’ di cotone, nelle orecchie le attenua opportunamente. Qui entriamo nella pirofonia. Per scrivere le mie Pièces Froides, mi sono servito di un caleidofono-registratore. Mi ci son voluti sette minuti. Ho chiamato il mio cameriere per farglielo sentire. Credo di poter dire che la fonologia è superiore alla musica. È più varia e i vantaggi pecuniari sono superiori. Le devo la mia agiatezza. Comunque sia, con il motodinamofono, un fonomusiratore che abbia un minimo di pratica può registrare agevolmente molti più suoni di quanti non ne produca il più abile dei musicisti nello stesso lasso di tempo, con un analogo dispendio di energia. L’avvenire, dunque, appartiene alla filofonia.


Erik Satie, Quaderni di un mammifero, a cura di Ornella Volta, Adelphi Edizioni, Milano 1980












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